La vostra vacanza del ponte del 25 Aprile a Venezia in pratica viene arricchita da una straordinaria ricorrenza che vi farà sentire parte della comunità. San Marco Evangelista oggi viene commemorato il 25 Aprile, data della morte del Santo, mentre una volta veniva celebrato anche il 31 Gennaio, data in cui il suo corpo fu portato nella Basilica da Alessandria e il 25 Giugno, quando furono ritrovate le sue reliquie. Secoli fa, il Santo veniva ricordato con una processione verso la Basilica, a cui partecipavano il Doge e le massime autorità cittadine, nonché migliaia di fedeli al Santo.
Oggi, invece, ne resta la Messa celebrata dal patriarca nella Basilica di San Marco, a cui ha molto fascino partecipare. L’occasione è ottima per sentirsi parte integrante della cittadinanza e per visitare i meravigliosi interni dorati della Basilica.
In più, divertitevi a cercare in tutta la città il simbolo che rappresenta San Marco, ossia il leone alato che sorregge il libro in cui vi sono incise le parole Pax Tibi Marce Evangelista Meus (Pace a Te o Marco Mio Evangelista). Ci si accorgerà che il leone si trova davvero in molti angoli della Serenissima, tanto da essere divenuto un’icona della città stessa (c’é anche nel vessillo veneziano).
Partecipare Alla Festa Del “Bocolo”
Per sentirsi in tutto e per tutto un vero veneziano, il 25 Aprile bisogna correre dal fiorista per accaparrarsi un ambito bocciolo di rosa rossa e bisogna donarlo alla propria amata, alla propria mamma, figlia o sorella. La tradizione del dono del “bocolo” (che in veneziano significa bocciolo) è una regola fissa del 25 Aprile a Venezia e ritrova fondamenta nelle più antiche leggende cittadine.
I miti che ne parlano sono due ed entrambe le versioni sono accettate. Il primo parla dell’amore fra la nobildonna Maria Partecipazio e il trovatore Tancredi, ostacolato dalla diversità sociale; il secondo parla del roseto che si trovava di fianco alla tomba di San Marco. In entrambi i casi, il dono è associato all’amore verso una donna.
Per rendere questa romantica tradizione ancor più affascinante, vi consigliamo di donare il vostro bocciolo di rosa all’amata trascinati sulle calme acque dei canali sopra ad una gondola. Approfittando dei tour organizzati dovrete solamente pensare a correre dal fiorista per il bocciolo.
Cosa Si Mangia Il 25 Aprile A Venezia
In una qualsiasi vacanza a Venezia non possono mancare le pause eno-gastronomiche per assaporare la buonissima cucina veneta. I ristoranti nella città sono moltissimi; il nostro consiglio è quello di evitare i posti e i menù turistici, ma addentrarvi nelle calli meno battute per trovare posti nascosti intrisi di tradizione. Se avete difficoltà a trovare posti adeguati chiedete a qualche veneziano doc che saprà consigliarvi sicuramente il meglio.
In occasione di San Marco (e di ogni altra festa tradizionale) i veneziani amano deliziare il loro palato con uno dei piatti più antichi della cucina locale, ossia i “risi e bisi“, perchè anticamente veniva offerto al Doge proprio il 25 Aprile. Anche se voi il doge non siete, gli osti veneziani saranno molto lieti di coinvolgervi con i sapori di questo e di altri golosi piatti tipici.
per Venezia e per i veneziani il 25 aprile è una tradizione ben più antica dell’attuale festa nazionale: è la festa di San Marco, santo patrono della città.
San Marco a Venezia è anche il momento della tradizione del bócoło che consiste nel regalare alla persona amata una bocciolo di rosa.
Storia
Le reliquie di San Marco furono trafugate da Alessandria d’Egitto e trasportate a Venezia nel 828 da due leggendari mercanti e navigatori veneziani: Rustico da Torcello e Buono da Malamocco. Si racconta che per trafugare il corpo di San Marco i due mercanti lo abbiano nascosto sotto un carico di carne di maiale che così riuscì a passare senza ispezione la dogana a causa del ben noto disprezzo dei Musulmani per questo alimento.
La reliquia di San Marco fu accolta con grande gioia a Venezia, non solo per la sua funzione di attrarre pellegrini da tutta Europa a Venezia, ma anche perché la storia veneta racconta che proprio l’evangelista Marco, discepolo prima dell’apostolo Paolo e poi di Pietro, mentre era in vita, avrebbe evangelizzato le genti venete divenendone patrono. San Marco divenne così il patrono e l’emblema della città assumendo le sembianze di un leone alato che brandisce una spada e stringe tra le zampe un libro sulle cui pagine aperte si legge: Pax Tibi Marce Evangelista Meus (Pace a Te o Marco Mio Evangelista).
Ai tempi della Repubblica Serenissima, il 25 aprile si svolgeva una processione in Piazza San Marco cui partecipavano autorità religiose, civili e rappresentanti delle arti, ma i festeggiamenti si svolgevano anche il 31 gennaio, giorno in cui venne trasportato a Venezia il corpo del santo e il 25 giugno, giorno in cui avvenne il ritrovamento delle sue reliquie nella Basilica di S.Marco dopo il disastroso incendio che distrusse la prima basilica (976).
Ormai la commemorazione religiosa si svolge solo il 25 aprile, data della morte di San Marco, ma ancora oggi si festeggia con una processione nella Basilica di San Marco, alla quale partecipano le autorità religiose e civili della città.
Il 25 aprile a Venezia è anche la Festa del Bocolo ed è tradizione regalare un bócoło, cioè un bocciolo di rosa, alla donna amata.
La tradizione del bócoło
La tradizione del bócoło si fa risalire al IX secolo d.C. e vede protagonista Maria detta Vulcania, figlia del doge Angelo Partecipazio (810 – 827), la quale innamoratasi di un giovane trovatore di nome Tancredi vide il padre osteggiare la sua unione per evidenti differenze di lignaggio tra i due giovani. L’idea di Maria fu allora di chiedere a Tancredi di partire con l’esercito dei Franchi comandati da Carlo Magno per combattere gli Arabi in Spagna; avrebbe così conseguito la fama e la gloria e il doge avrebbe acconsentito al loro matrimonio. E Tancredi così fece e si distinse per valore sul campo di battaglia e la sua fama ben presto si sparse per tutta Europa giungendo anche a Venezia per la felicità di Maria.
Ma un giorno a Venezia arrivò Orlando, il famoso cavaliere caduto nella battaglia di Roncisvalle del 15 agosto 778 e celebrato poi nel famoso poema epico della Chanson de Roland, il quale annunciò a Maria la morte di Tancredi sul campo di battaglia. Questi però, caduto morente su di un rosaio, ebbe la forza di raccogliere una rosa intrisa del suo sangue chiedendo di farla recapitare alla donna amata. La giovane, ricevuto il fiore, si strinse nel silenzio per la morte di Tancredi e la fine del suo amore. Il giorno seguente fu trovata morta con il fiore tra le mani; era il giorno di San Marco.Da quel giorno a Venezia si usò e si usa anche oggi regalare un bocciolo di rosa rossa alla propria metà
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